La Mozione Cota, che vede come quinta firmataria l’on. Valentina Aprea, impegna il Governo a istituire nelle Scuole classi differenziali per soli alunni stranieri."

Ci siamo chiesti in tanti come mai il nostro premier non l'ha mai nominata Ministro dell'Istruzione. La Moratti, adesso la Gelmini, ma lei no, mai. Ma lei c'è. Sotto sotto sottosegretario, sempre. E' nata per fare questo. Una vocazione precisa. Dappertutto c'è la sua firma, la sua volontà. Si potrebbe definire "paraministro", l'on. Aprea, autrice del libro "La scuola che non c'è". E' un suo vecchio sogno. Mi fu regalato, il libro, dall'allora Ministro Berlinguer e sulla copertina campeggia la scritta: "Testimonianze di un'occasione perduta. Prefazione di Silvio Berlusconi." Stampato nel 2000, prezzo €. 9.30 (L. 18.000). Edizioni: Fondazione Liberal (naturalmente). Mi sembrava una esposizione di idee molto "liberal"... e inattuabile semplicemente perchè la scuola italiana non vuole questo: infatti è, per l'autrice, una scuola che non c'è, perchè non è nella sua mente. Nella sua mente c'è ben altro che poco si concilia con quello che c'è nella mente di chi lavora nella scuola e studia a scuola. Espressioni del tipo: "La scuola è per gli studenti, non è degli studenti", oppure, "Occorre andare oltre la 'scuola della resa': la resa ai dogmatismi, all'indottrinamento, alla prigionia dei cervelli, al conformismo, all'imitazione e rivendicare la 'scuola del coraggio': della formazione critica, della dialettica e della libertà, dell'interpretazione dei segni e dei bisogni del tempo".
E' un compendio della scuola ideale (che non c'è), della maestra ideale (che non c'è), dello studente ideale (che non c'è), del genitore ideale (che non c'è).
E ancora, per buona pace di coloro che hanno votato il centrodestra, è scritto, sempre nel compendio: (pag. 208) All'art. 4 sono indicati i principi generali che dovranno essere alla base del reclutamento delle scuole del "nuovo servizio pubblico". In coerenza con i principi di autonomia e di efficienza, si prevede che le scuole possano scegliere i propri docenti e dirigenti tra personale qualificato e abilitato a livello provinciale, regionale e nazionale.... e superare le conseguenze nefaste di una gestione centralistica e burocratica del personale della scuola" (comunista).Augurandoci che questa scuola non ci sia mai, democraticamente e liberalmente "liberiamoci".
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