"In queste misure colpiscono due caratteristiche comuni: l’inutilità ai fini a cui sono rivolte e l’estrema difficoltà a metterle in pratica da parte di uno Stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze. In più, esse scontano le conseguenze di un’esagerata descrizione della realtà, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom, contro la quale Famiglia Cristiana fu fra i primi a insorgere e che meritò le giuste critiche in sede europea..."Famiglia Cristiana rileva anche come a Roma "i nomadi di origine rom e sinti" fossero "molti meno di quelli denunciati", e che la loro schedatura - soprattutto dei bambini - "è stata effettuata con metodi diversi e più tradizionali, d'intesa con la Croce Rossa; anche se questa pratica più civile e più umana, decisa d'accordo con il sindaco Alemanno, è costata la destituzione al prefetto di Roma, Carlo Mosca".
E continua il settimanale a picchiare duro sottolineando i costi della politica. Si impongono sacrifici alla popolazione, tagli (pensiamo alla scuola) e "da un semplice confronto, un parlamentare spagnolo (tutto compreso) costa alla collettività 281 mila euro, quello italiano 1 milione e 630 mila euro."
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