giovedì 26 agosto 2010
mercoledì 25 agosto 2010
FINE ESTATE CALDISSIMA SU TUTTI I FRONTI
LA PROTESTA SI DIFFONDE. Operai e precari vogliono riconosciuto il loro diritto sancito dalla Costituzione. Ancora troppi sprechi nella pubblica amministrazione? se questo vuol dire lasciare senza lavoro migliaia di persone... Cerchiamo veramente gli sprechi. Che paghino non i precari ma coloro che hanno in più, coloro che quotidianamente si arricchiscono con il lavoro degli altri, con le speculazioni in borsa, evadendo le tasse, portando i loro miliardi all'estero, riducendo sfarzi anacronistici con i tempi di oggi. In un paesino della Sicilia, Pollina, il sindaco - una ragazza di 25 anni - per la festa della Patrona del paese non ha fatto i fuochi di artificio per risparmiare e investire su altri fronti più urgenti. Iniziamo dalle piccole-grandi cose. Non togliamo il pane a nessuno.
mercoledì 18 agosto 2010
SCIOPERO DELLA FAME A PALERMO: DUE PRECARI E UN DOCENTE DAL 17 AGOSTO
Il mondo dei lavoratori precari della scuola sta vivendo, ancora una volta, una stagione drammatica.
In Sicilia, al taglio di 4200 posti di lavoro l'anno scorso, si aggiunge l'ulteriore taglio di circa 5000 posti.
Si comprende bene che ad ogni unità lavorativa corrisponde una famiglia, troppo spesso monoreddito, che si trova a non avere più quell'unico introito che consentiva il mantenimento di una minima dignità di vita.
Il malcontento di tanti padri e madri di famiglia siciliani che devono affrontare le contingenze quotidiane (dal mutuo, alle bollette, alla spesa alimentare) senza più alcun reddito per soddisfare tali necessità primarie, sfocia nell'esasperazione data anche dalla sordità delle istituzioni a tre anni di proteste e richieste di equità. Non trascuriamo, infatti, le discrepanze in atto tra i lavoratori del sud (falcidiati) e quelli del nord (maggiormente tutelati).
In Sicilia, al taglio di 4200 posti di lavoro l'anno scorso, si aggiunge l'ulteriore taglio di circa 5000 posti.
Si comprende bene che ad ogni unità lavorativa corrisponde una famiglia, troppo spesso monoreddito, che si trova a non avere più quell'unico introito che consentiva il mantenimento di una minima dignità di vita.
Il malcontento di tanti padri e madri di famiglia siciliani che devono affrontare le contingenze quotidiane (dal mutuo, alle bollette, alla spesa alimentare) senza più alcun reddito per soddisfare tali necessità primarie, sfocia nell'esasperazione data anche dalla sordità delle istituzioni a tre anni di proteste e richieste di equità. Non trascuriamo, infatti, le discrepanze in atto tra i lavoratori del sud (falcidiati) e quelli del nord (maggiormente tutelati).
sabato 14 agosto 2010
Ancora Nord e Sud: e i nostri parlamentari che fanno?
Da la Tecnica della Scuola:
Scorrendo la tabella pubblicata dal Miur sulla ripartizione si scopre che le diversità di numeri dei posti vacanti hanno prodotto un quadro disomogeneo: domina la Lombardia con 1.547 posti complessivi, ma la gran parte delle regioni è sotto quota mille. A livello di primaria niente nomine in Campania, Puglia e Sicilia. E alle superiori si va dai 69 posti di Roma ad uno di Trieste. Molte province rimaste a secco.
Scorrendo la tabella pubblicata dal Miur sulla ripartizione si scopre che le diversità di numeri dei posti vacanti hanno prodotto un quadro disomogeneo: domina la Lombardia con 1.547 posti complessivi, ma la gran parte delle regioni è sotto quota mille. A livello di primaria niente nomine in Campania, Puglia e Sicilia. E alle superiori si va dai 69 posti di Roma ad uno di Trieste. Molte province rimaste a secco.
venerdì 6 agosto 2010
TEST INVALSI: la scuola certifica le disuguaglianze
Scoperta dell'acqua calda. E adesso che si fa? Ad un test a livello nazionale che impiega tante risorse ed energie bisogna dare risposte concrete. Ma la nostra classe dirigente ha ben altri pensieri. Un gap profondo tra il dire e il fare, ormai consolidato da decenni di cattiva politica e amministrazione. E chi sta indietro va sempre più indietro, I migliori ragazzi vanno all'estero a studiare. E... le stelle stanno a guardare mentre Don Milani continua a rivoltarsi nella tomba.
“Dove maggiore è la diseguaglianza del reddito è anche più elevata la varianza totale degli apprendimenti dei ragazzi e la quota di quest’ultima che va imputata alla differenza dei risultati tra scuole”.
“In particolare - sottolineano i redattori del rapporto - alcune tra le nostre regioni meridionali soffrono tra l’altro di una alta diseguaglianza del reddito cui si associa un’ampia diseguaglianza dei risultati scolastici. Il fatto che la variabilità di questi ultimi rifletta così da vicino condizioni strutturali della società segnala che la scuola, anche quella dell’obbligo, fatica a controbilanciare le disparità d’origine degli studenti”. Secondo l’Invalsi, insomma, il nostro sistema di istruzione non fa altro che certificare le disuguaglianze sociali e ambientali senza contribuire in modo decisivo ad un loro superamento.
“Dove maggiore è la diseguaglianza del reddito è anche più elevata la varianza totale degli apprendimenti dei ragazzi e la quota di quest’ultima che va imputata alla differenza dei risultati tra scuole”.
“In particolare - sottolineano i redattori del rapporto - alcune tra le nostre regioni meridionali soffrono tra l’altro di una alta diseguaglianza del reddito cui si associa un’ampia diseguaglianza dei risultati scolastici. Il fatto che la variabilità di questi ultimi rifletta così da vicino condizioni strutturali della società segnala che la scuola, anche quella dell’obbligo, fatica a controbilanciare le disparità d’origine degli studenti”. Secondo l’Invalsi, insomma, il nostro sistema di istruzione non fa altro che certificare le disuguaglianze sociali e ambientali senza contribuire in modo decisivo ad un loro superamento.
Da la Tecnica della Scuola:
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Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza. Benjamin Franklin